
“Il meccanismo della super risonanza consentirà – dice Dino Amadori, direttore scientifico dell’Ircs – di dare al via ad una piano di ricerca per la diagnosi e cura dei tumori unico nel panorama internazionale”.
Una tecnica meno invasiva
Lo strumento, chiamato Rm 3Tesla con sistema Hifu (High-Intensity Focused Ultrasound), consentirà di “bruciare” il tumore in un’area specifica e limitata, programmando e monitorando in tempo reale l’andamento del trattamento.
Una tecnica, come spiega Amadori, “meno invasiva e più tollerabile, senza gli effetti collaterali negativi della chemio e della radioterapia”. L’impiego a pieno regime è previsto per aprile e potrà accedervi chiunque presenti i requisiti per la sperimentazione.
“La particolarità di questo strumento – spiega Amadori – chiamato Rm 3Tesla con sistema Hifu (High-Intensity Focused Ultrasound), è di avere una potenza doppia rispetto alla risonanza standard. Ciò permette di vedere lesioni tumorali di solo un millimetro quando in genere sotto i 5 millimetri non sono monitorabili”.
Questo macchinario è anche in grado di registrare gli aspetti di funzionamento degli organi.
“Per esempio studiando il cervello si possono vedere le reazioni delle diverse aree al dolore e se ne può monitorare l’intensità. Ciò ci consentirà di curarlo meglio”. Grazie a questo sistema si potranno evidenziare le alterazioni subite da fegato e cuore a causa della tossicità dei farmaci chemioterapici e modificare i dosaggi per evitare danni permanenti. Si potrà inoltre osservare il flusso del sangue e come i farmaci si diffondono nei vari organi.
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